Per impostazione poi non s’intende solamente la posizione delle mani, ma coinvolge indubbiamente tutto il corpo, dall’articolazione delle braccia alla posizione delle spalle, la schiena, le gambe. Persino come si sta seduti diventa fondamentale per unirsi in un tutt’uno con la chitarra, quindi posizione da seduti con un piccolo sgabello sotto il piede sinistro (per tutto l’articolo intenderò la postura da destrimani, i mancini semplicemente possono invertire il tutto mantenendo ovviamente validi i medesimi principi) e la chitarra starà poggiata sulla gamba sinistra parallela al busto davanti a se, mentre la destra aperta potrà essere spostata leggermente verso destra. Non si devono creare tensioni, la curvatura della chitarra permette un appoggio sicuro e stabile sulla gamba, lo strumento dovrebbe stare in posizione senza l’uso delle mani. Il primo capotasto dovrebbe trovarsi ad un altezza compresa tra gli occhi e il collo, questa variazione dipende se si è alti un metro e cinquanta o due metri e dieci.
Il braccio destro appoggia sulla fascia laterale superiore una volta imbracciata, l’articolazione del gomito deve essere libera quindi la spalla destra sarà leggermente protratta in avanti (ho detto leggermente) cosicché la mano destra possa ritrovarsi a peso morto davanti alla buca seguendo longitudinalmente l’avambraccio. A questo punto si può lasciar penzolare la mano in modo da creare naturalmente una curvatura del polso. Ci si dovrebbe ritrovare con le dita spostati leggermente verso il ponte quindi dietro la buca, il pollice dovrebbe comandare i bassi con facilità grazie a un movimento rotatorio mentre le dita indice medio e anulare si dovrebbero trovare davanti alle corde di E B e G.
La mano sinistra dovrebbe seguire una curvatura continua, dolce e naturale tra le articolazioni della spalla, gomito, polso terminando con la stessa logica con la complessa articolazione della mano. Il pollice, che dovrebbe stare di norma a opposizione del medio e anulare, quindi in posizione idealmente centrale della mano, poggia con il polpastrello su di una virtuale linea che divide a metà il manico, in questo modo avremo tutte e tre le falangi delle altra quattro dita libere di articolare e allargarsi il necessario.
Rigorosamente, quest’ultime agiscono in verticale sull’operazione di schiacciare le corde, si dice quindi “a martelletto”.
Quasi parallelamente all’impostazione della chitarra classica, scorre e si evolve la chitarra acustica o folk. Nel suo principio, tanto quanto il periodo “far west”, è sinonimo di anarchica libertà sociale e culturale. Nell’origine, l’impostazione segue l’istinto più che una razionale conformità a ciò che si deve suonare, quindi la posizione in braccio prevede l’appoggio sulla gamba destra e il manico abbassato quasi parallelo al terreno, per capirci. L’avambraccio destro e in particolar modo l’articolazione del gomito non poggia necessariamente sulla fascia laterale, facendo molta differenza se si suona in fingerstyle piuttosto che in strumming.
La mano sinistra mantiene il più possibile l’ovvietà delle dita a martelletto, mentre il pollice può sbucare da sopra il manico, oltre a creare un punto d’appoggio, fungendo da aggancio per aumentare la forza nei bending, tecnica praticamente assente nella chitarra classica.
Con questa impostazione si creano diverse opportunità d’imbracciare la chitarra acustica. Di fatto ci possono essere diverse altezze e angolazioni del manico rispetto al terreno o dell’angolo che si viene a creare tra il busto e il manico della chitarra, che dipendono quindi dalla nostra altezza e relativa lunghezza delle braccia.
La chitarra semiacustica, già nel contenuto del termine acustico, si divide in due macro gruppi. Da una parte l’impostazione derivante dalla chitarra acustica quindi appoggiata sulla gamba destra con le medesime considerazioni e indicazioni sviscerate precedentemente ma, osservando giganti come Joe Pass piuttosto che uno tra i padri fondatori della chitarra jazz Wes Montgomery, si razionalizza un impostazione più vicina al mondo della chitarra classica. Quindi strumento tra le gambe e manico sufficientemente inclinato in modo da ritrovarsi il primo capotasto quasi all’altezza degl’occhi.
Indubbiamente un chitarrismo più virtuoso ha necessitato di un impostazione ergonomicamente più razionale e soprattutto funzionale alla scorrevolezza e fluidità dei passaggi via via sempre più complessi.
Arrivati a questo punto mi soffermo per creare una sorta di spartiacque. Se da una parte la chitarra classica si suona prettamente seduti, l’acustica e la semiacustica munite di tracolla si possono suonare sia da seduti sia stando in piedi. Indubbiamente la gravità influenza l’impostazione in quanto, una volta imbracciata, il peso dello strumento creerà involontariamente una posizione della chitarra parallela al busto. Per il resto, razionalizzando l’uso della tracolla, dovrebbe comportare agevolmente un impostazione il più simile a quando si sta seduti.