
Si chiamano alterazioni quei simboli che, posti sul pentagramma, modificano l’esecuzione delle note su cui influiscono aumentandole o diminuendole di uno o più semitoni. I loro nomi sono bemolle, diesis, bequadro, doppio bemolle, doppio diesis., mentre l’ultimo ha davanti il simbolo #.Ogni tonalità è concepita attraverso la costruzione delle scale, secondo la regola del tono e semitono. E’ quindi possibile stabilire una tonalità indicando all’inizio del pentagramma le alterazioni tipiche della tonalità in questione. Da qui nascono le varie armature di chiave che, sostanzialmente, si identificano con una tonalità maggiore o quella relativa minore.Nel caso quindi volessimo scrivere utilizzando, ad esempio, la tonalità di RE maggiore, dovremo identificare questa tonalità scrivendo subito dopo la chiave le alterazioni tipiche della scala stessa, e quindi FA# e DO#. Dobbiamo prestare attenzione visto che questo sistema è sottoposto a delle regole ben precise.L’armatura in chiave identifica una tonalità, ma questa può subire delle variazioni. Infatti eventuali alterazioni e cambi di tonalità momentanee vengono segnalati dagli appositi simboli. Nel caso in cui il cambio di tonalità sia fisso, questa viene indicata in chiave. La posizione delle alterazioni in chiave è univoca, nel senso che ogni tonalità ha i simboli di alterazione posti sempre nello stesso punto.Le alterazioni sono definibili in due tipi: momentanee o permanenti. Le prime vengono posposte subito alla chiave; il loro effetto perdura per tutto il brano, salvo nuova indicazione (cambiamento di tonalità) ed è valido per ogni ottava. Il loro numero permette di stabilire la tonalità del brano. Le seconde vengono anteposte alla nota. Il loro effetto ha validità dal punto in cui vengono poste fino alla fine della battuta per tutte le note di uguale altezza, se non compare un bequadro prima. L’alterazione si prolunga oltre la battuta, se l’ultima nota della battuta viene alterata e legata (con una legatura di valore) alla prima nota (della stessa altezza) della battuta successiva, ma decade immediatamente dopo la prima nota. Il bequadro annulla un alterazione precedente. La regola, ovviamente, vale anche nel caso le alterazioni siano poste in chiave. Il bequadro ha valore dal punto della battuta in cui viene inserito fino alla fine della battuta stessa.